Don Mario Neva

Lo Spirito Santo nel Vangelo di Luca

20 aprile 2022

OSPITALETTO 6 FEBBRAIO 2022

Giornata di preghiera per la tratta di esseri umani.

Sono veramente grato a don Adriano per questo invito, colgo l`occasione per ringraziare il Gruppo Strada di Ospitaletto che da piu` di vent`anni sulla strada scende per incontrare come Gesu` la Samaritana al pozzo di Giacobbe, le giovani donne; sono le vittime terminali, talvolta inconsapevoli e solo in apparenza consenzienti, la punta d`iceberg di una problematica dolorosa e complessa. Siamo qui per riflettere, sensibilizzare e soprattutto pregare per le vittime della tratta. Non siamo dei sognatori, non siamo degli ingenui, dei generosi senza pensiero e consapevolezza; la nostra invocazione non e` destinata a disperdersi nell`atmosfera inquinata cercando l`impossibile, ovvero di passare attraverso il buco dell`ozono, come il filo che pretende di passare dentro la cruna di un ago: noi siamo qui davanti al Dio Vivente, il Dio santo, il Dio tre volte Santo di Isaia; colui che afferra e acceca Paolo sulla strada della radicale inimicizia e opposizione, il Dio vivente che in Cristo chiama i pescatori del lago impegnandoli alla pesca miracolosa e facendoli pescatori di uomini… Siamo davanti a Te Signore…
Siamo davanti a te o Signore ecco la notsra preghiera … purifica le nostre labbra immonde con il tizzone ardente del tuo angelo, vorremmo anche noi dirti con Pietro di stare lontano da noi peccatori, ma oggi ti chiediamo il contrario e di non abbandonarci e di non abbandonare chi e` venduto e comprato sulla strada.
La prostituzione per strada e` stato ed e` un corollario dell`immmigrazione verso l`Europa a partire dagli anni novanta, fenomeno in grande evoluzione, solo visivamente attutito dall`epidemia in corso. Fenomeno che si iscrive nel fatto mondiale piu` vasto della tratta, che interessa circa quaranta milioni di esseri umani, il 73 per cento dei quali sono donne, il 23 per cento minorenni in maggioranza bambine; Oltre la prostituzione per strada la tratta concerne il turismo sessuale, il turismo pedofilo, lo sfruttamento della manodopera, l`accattonaggio, il commercio di organi.
Impietose, le statistiche ci dicono che la tratta, in diversi modi intesa, costituisce il terzo provento economico delle mafie mondiali dopo le armi e la droga. I racket e le bande malavitose realizzano con la prostituzione i proventi che permettono di accedere al vasto mercato delle armi e della droga.
Tra vittime ed aguzzini si colloca la domanda di prestazioni sessuali a basso costo. di prestazioni di lavoro sfruttato, addirittura di trapianto d organi… Da una parte la disparita` economica che inclina alla schiavitu`, anche cercata e non solo imposta, ma ancora di piu` la dissennatezza morale di chi abbandonando ogni principio etico fondamentale, ogni rispetto di se`, di Dio e degli altri, usa e getta gli essere umani.
Una immensa zizzania piantata nel cuore del mondo Creato da Dio e salvato da Gesu` Cristo, un mondo in cui Satana sfrutta a pieno la sua licenza di agire, in attesa che venga l`ora di essere gettato fuori per l`ennesim volta e definitivamente.
Preghiamo
Siamo qui davanti a te o Dio vivente che hai creato gli esseri umani per l`amore, la liberta` e la verita`. O Padre, in Cristo e nello Spirito sappiamo che dove abbonda il peccato la grazia sovrabbonda.
O Padre, liberaci dal male, liberaci dal maligno, liberaci dalla tratta, facci capaci di incontro, di essere come te degni della strada, allontona i demoni che ci circondano, donaci gli appuntamenti all`ora che tu hai fissato al pozzo di acqua viva, richiama a te tutti coloro che hai creato redento e santificato. Amen…

Don Mario Neva

MEDITAZIONE AI GIOVANI SACERDOTI

14 Dicembre 202 Il natale di Gesù e degli uomini

Omelia 4 domenica di Pasqua
La pietra scartata dai costruttori e` diventata pietra angolare … e` questo il primo dei due grandi contrasti presenti nella Parola di Dio di questa domenica. Il secondo contrasto compare sulla bocca di Gesù`: Gesu` e` il Buon Pastore non e` un mercenario.
Lo scritto degli Atti riporta un breve stralcio del discorso di Pietro dopo aver guarito un paralitico nel nome di Gesù`. Nel secondo scritto tratto da Giovanni Gesu` parla ai giudei nell`imminenza dell`ultima Cena.
Vorrei premettere a questa breve analisi, dove c`e` un contrasto c`e` sempre un problema da risolvere, che la nostra testimonianza, quella che deriva dalla narrazione evangelica di queste domeniche di Pasqua e dalla luce della fede che ci e` data, e` una testimonianza lineare, diretta, semplice, non problematica. E` la vita reale che presenta problemi, non la fede. Taluni forse pensano di fare i teologi trasformando tutto in problema, in pettegolezzo, in lamentela: la Parola di Dio non e` il Quotidiano che si compra in edicola(cosa peraltro buona), o il servizio televisivo di successo.
L`ascolto della parola ci aiuta a discernere, a capire: chi legge e ascolta nello Spirito e con la Chiesa vi scopre Dio stesso che parla. Dunque dobbiamo ribadire che la fede nasce nonostante il dubbio, il dubbio nella fede e` fatto per essere superato. Gesu` e` risorto e vivo dopo la passione. Egli e` trasfigurato ma con un corpo reale, con i segni di una vittoria che porta la salvezza a tutti; e` questo Gesu` che noi incontriamo, e` di lui che noi parliamo in questo momento. Scusate l`insistenza, l1`omelia e la liturgia hanno il compito di far Crescere la conoscenza e la rivelazione di Gesu` tra di noi e dentro di noi, perche` come dice Pietro nella sua esortazione non abbiamo un altro nome per salvarci.
Messo in ordine e al posto giusto questo doveroso risultato acquisito, questo annuncio che fa di noi dei testimoni, ci chiediamo oggi cosa vuol dire che la pietra scartata e` diventata la pietra d`angolo. e in secondo luogo cosa vuoL dire che Gesu` e il buon pastore e non e` un mercenario.
Ebbene , saremo sintetici prlando abbastanza per intenderci. Innanzitutto dobbiamo dir che la frase di Pietro, cita espressamente due fonti, una e` l`Antico testamento e precismente il salmo che abbimo letto, rinforzato dal profeta Isaia, la seconda piu` autorevole, viene dai Vangeli dove scopriamo che Gesu`ne ha fatto uso nella sua predicazione per preannunciare il rifiuto dei giudei e la sua morte. Quindi morte e resurrezione, rifiuto e salvezza. L`interpretazione e` dunque facile, meno facile accettare che ancora oggi avvenga la stessa cosa: Cristo viene rifiutato, scartato, e come risposta salva il mondo. Una apparenza, una realta` negativa, contro una apparenza e una realta` totalmente positiva, al punto che Paolo dira` dove abbonda il peccato la grazia sovrabbonda. L`uomo che giudica l`evento di Cristo basandosi sulla propria esperienza, la propria cultura, la propria situazione personale, le ideologie che segue, il suo professo laicismo o ateismo… osserviamo che la liberta` coincide con la verita` solo nella conversione.
Riguardo poi alla dicotomia tra Buon Pastore e Mercenario, l`affermazione di Gesu` ha una serie di conseguenze grandiose … Gesu` dona la sua vita, ci conosce, ci chiama per nome, ci salva, ci trasforma. Il mercenario fugge dinanzi al pericolo e si preoccupa del suo guadagno e non della incolumita` delle pecore. La storia degli uomini insegna anche oggi tutto questo.
Buona Pasqua fratelli, Gesu` Cristo e` Risorto, e` veramente risorto!
Certamente la risurrezione non e` una teoria, una ipotesi che nasce da una esigenza; la resurrezione non e` una specie di vendetta umana nei confronti della malattia, del difetto, dell`handicap, dell`ingiustizia, del dolore, della cattiveria, della memoria che offende… non e` la creazione immaginaria e fantastica per salvare la vicenda umana dall`assurdo e dal non senso.
Coloro che dicono questo di noi cristiani (solitamente e non solo sono gli ex cristiani, gli ex seminaristi e gli ex preti e i militanti laici) ovvero: tutti coloro che considerano i credenti come bigotti, medioevalisti e oscurantisti, evidentemente non hanno capito, e alla lunga lista dei mali dell`uomo aggiungono la presunzione e l` ignoranza di cio` che e` realmente accaduto.
La Resurrezione infatti e` una narrazione, una testimonianza, un fatto. La Resurrezione e` l`epilogo inatteso di una morte infame, la Resurrezione sta dopo lo scandalo della croce, l`inciampo di un uomo che si manifesta come Dio nel massimo della ignominia, nel pieno della ingiustizia, del dolore e della morte.
La Resurrezione e` una azione divina nel cuore dell`umanita`, il disegno divino scritto prima e dopo, il progetto che si realizza in pienezza: non e` dunque teoria da imbandire sul tavolo degli inquisitori al microscopio informatico di una scienza divoratrice, ma il Figlio che riprende la sua vita donando la vita al mondo.
Il sepolcro e` vuoto. il Risorto si manifesta, l`apostolo Paolo, che non e` il fondatore e nemmeno il capo del cristianesimo, lo dice molto bene…
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.
La crisi del cristianesimo, fratelli, non e` anzitutto il fatto che si svuotano le Chiese, che i giovani non praticano o non si sposano piu`, oppure perche` mancano le vocazioni; la crisi del cristianesimo nasce quando i discepoli fuggono la Croce e diventano incapaci di vivere la comunione con Gesu` Risorto e vivo presente in mezzo a noi… quando veniamo invitati a vivere per le cose di lassu` che sono eterne non stiamo usando la fantasia, non siamo degli evasi, ma siamo stati accolti e avvolti nella presenza reale del risorto in mezzo a noi. Senza questa coscienza gioiosa vana e` la nostra fede. Buona Pasqua.

OMELIA il sacrificio di Abramo La Trasfigurazione

La Parola di Dio in questa domenica e` un invito ad entrare nel mistero di Dio e dell`uomo con coraggio e stupore. La metafora e` quella della salita sul monte, dove Dio, secondo il testo della Genesi, chiede un sacrificio sovraumano e dove comunque interviene. Questo venerabile testo, ricco di ogni tipo di domanda e riposta religiosa, e` stato assunto nel Corano come momento piu` alto della tradizione: non Isacco figlio del sorriso, ma Ismaele figlio della schiava nella maggior parte delle tradizioni musulmane, Sul monte laddove la tradizione dice che sorgera` con Salomone il tempio di Gerusalemme ora vi trovi la Cupola della Roccia, da cui Maometto sarebbe asceso al cielo. Quello che per i cristiani e` una figura di passaggio del sacrificio dei Cristo, la sua passione, morte e resurrezione diventa una meta finale dell\Islam. Un errore del Corano? Un modo sbagliato di rivivere una tradizione importante…?._ Certamente e comunque siamo dinanzi ail`unico vero Dio , consideriamo tutti il vero Dio come colui che chiama Abramo, nostro Padre nella fede, come Colui che chiama Mose`, come colui infine che si rivela pienamente in Cristo. Contrariamente dunque ai mussulmani saliamo il monte Tabor, che la Tradizione individua come l`alto monte su cui Gesu` si trasfigura manifestando nelle splendore delle sue vesti, del suo corpo e della sua anima, la sua completa divinita`. Sul monte Tabor con Gesu` salgono gli apostoli, salgono Mose` ed Elia, la legge e i profeti, per ora non salgono i fratelli musulmani, figli del risentimento e dell`incompleto… siamo comunque vigilanti e in attesa, la storia e` in cammino.
Gesu` parla con Mose` ed Elia degli avvenimenti di Gerusalemme, parla certamente del rifiuto dei suoi che non l`hanno accolto, del suo amore per i fratelli ebrei e per tutti gli uomini. Parla anche del tradimento di Giuda e della sua fine? Parla forse anche delle persecuzioni contro gli Ebrei, parla anche dell`olocausto,… ? Non lo sappiamo ma possiamo pensarlo perche` Gesu` e` la sapienza divina che si e` fatta carne per noi, il Logos, la luce e l`intelligenza per mezzo del quale ogni cosa e` stata creata.
La storia continua con il cammino verso Gerusalemme, oggi sono 156 km di autostrada poco piu` di due ore in automobile, Abbastanza per pensare che le favole non fanno parte di questa storia vera in cui tutta l`umanita` trova la salvezza. Cristo morto e risorto e` vivo nell`umanita` e aspetta tutti, Cristiani, Ebrei Musulmani, aspetta coloro che a Gerusalemme arrivano da oriente e da ogni parte del mondo…questo il mistero divino he si manifesta sul monte. E quanti sono afflitti dal morbo della incredulità ? Che giocano con il libero pensiero, senza domande e risposte sul nascere e sul morire, o quelli che coltivano pianticelle di sostanza nell`orto…_ per tutti si leva il gemito verso il monte e verso la luce
Oh Padre
Chiamami con I gemiti dello Spirito
Anch`io saliro` sull`alto monte
Per vedere il prodigio
Di un corpo vestito di luce
Come se due soli
rapissero il mio sguardo.
E non piu`

NOTA SULLA VERA RELIGIONE
Abbiamo fatto nostro il ritmo incalzante della Liturgia e senza indugio, con le dovute cautele, stiamo riponendo le statue del presepio con i suoi meccanismi sofisticati. Si trattava infatti di adunare attorno al bambino Gesu`, illuminatissimo, l`universo degli uomini e degli angeli, la vita della gente comune, i movimenti della luce nel cielo e aprire una strada dall`oriente per i Magi. Il mulino con l`acqua che scorre ci ricordava la farina e il pane, quello di ogni giorno e di tutti, i fiori che sbocciavano nella capanna (idea brevettata) proclamava il primato del frutto del grembo contro ogni deriva umana e ogni finzione ecologista. Il presepio dunque come segno di una umanita` nuova, rigenerata dall`inizio, dove trovano silenziosamente risposta il problema del male e il senso della vita, la fatica di vivere e la gioia ineffabile cui siamo chiamati. Durante le celebrazioni del Natale oltre i grandi testi di Luca, di Matteo, di Giovanni con il Prologo, ci ha accompagnati la prima lettera di Giovanni che il grande Agostino definiva con felice sintesi la lettera dell`Amore. In essa infatti vengono proclamate alcune verita` che gettano un faro di luce su tutta l`umanita`. In essa infatti si parla del demonio, delle tenebre, dell`anticristo e degli anticristi, del peccato e della menzogna radicale di chi si dice immune dal male; ma e` soprattutto il positivo sovrabbondante che domina la scena con un incalzante movimento di Rivelazione. Inutilmente il lettore trovera` un processo sistematico del pensiero, tipo le istruzioni per far funzionare la lavatrice, oppure le approssimazioni peraltro dovute di un DPCM per il contrasto di una Pandemia di cui si conoscono con precisione solo i dilaganti effetti. L`ordine della lettera cresce come una spirale che avvolge totalmente la vita del singolo discepolo e tutta quanta l`umanita`. Questo legame tra il singolare e l`universale reale, non astratto, fa del cristianesimo un unicum nella storia dell`umanita` e delle visioni del mondo. In questo senso siamo dinanzi, dentro, protesi verso la vera religione, con la sua ricchezza non ancora totalmente sondata e rivelata ma tale gia` da includere il significato di tutti gli sforzi dell`umanita` verso la verita` e il bene. In ordine troviamo: la testimonianza di chi ha visto, toccato, contemplato, la sua volonta` di comunicare la verita` e la gioia dell`Annuncio. L`oggetto e` il Verbo della vita, il Figlio di Dio, Gesu`, venuto in una carne umana. L`opera prima da compiere dinanzi ad una tale rivelazione e` la Fede. Cio` he l`anticristo e gli anticristi negano. Nella Fde scopriamo dunque che Dio esiste come Dio, che Dio e` Luce senza tenebre, che Dio e` Amore, che Dio ci ama per primo, che l`Amore scaccia il timore, che la Rivelazione totale di quello che siamo sara` alla fine della storia, che accogliere il Figlio vuol dire conoscere il Padre e ricevere lo Spirito.
Siamo andati cosi` al fiume Giordano siamo scesi per risalire. La bellezza unica della fede, la grettezza di chi si oppone.
VOLENTI O NOLENTI DOBBIAMO RENDERE CONTO
XXXIII domenica
L`elogio alla donna forte e virtuosa, gioia del marito e dei figli, capace di fare tutto cio` che serve per vivere e far vivere, caratterizza il testo sapienziale dei Proverbi e trova espressione poetica nel Salmo 127. Il pensiero alla donna ritorna significativo nel testo di Paolo ai Tessalonicesi in un momento drammatico e fecondo della vita femminile che e` il parto.: le doglie arrivano improvvisamente come improvvisamente verra` il giorno del Signore. Ancora una volta dobbiamo dire che apparentemente siamo fuori dal contesto culturale attuale, nel quale una costante e forse irreversibile tendenza oscura il valore della femminilita` e della maternita`. Nessuno vuole tornare indietro, ma il futuro delle nuove generazioni, la loro felicita possibile dipende dall`equilibrio, dall`interazione, dalla complementarieta` positiva tra l`uomo e la donna. E` un equilibrio dinamico che va ritrovato. L`essere maschio e femmina, uomo donna, marito e moglie, padre e madre, e` la prima e piu` grande possibilita` di felicita` e di realizzazione terrena, del senso della vita, un progetto divino. Essendo il piu` grande e` anche il piu` odiato, il piu` offeso , il piu` travisato dalle forze del male, le quali rifiutando il campo aperto del confronto usano le subdole armi dell`inganno e della menzogna.
La parabola del Vangelo, la parabola dei talenti, ci apre all`idea perentoria dei resoconto finale: della nostra vita e di cio` che abbiamo ricevuto in dono dovremo rendere conto. Con la morte cessiamo di essere liberi pensatori, di avere le nostre idee, di trovare scuse nel comportamento degli altri nei fatti passati della storia, In cio` che non conosciamo o fraintendiamo del mistero di Dio. Ma la parabola dei talenti non ha solo un valore punitivo. Essa sottolinea al contrario la grandezza e la bellezza dei doni di Dio. Quello che possiamo trovare di bello e di grande gia` in questa esistenza cosi` reale e cosi` precaria. In questo siamo tendenzialmente infantili, vediamo solo la privazione, la proibizione, la paura di perdere noi stessi. La parabola dei talenti richiede il coraggio di essere donne e uomini autentici davanti al Dio vivente, in cui solo risiede il segreto della nostra felicita` e della felicita` degli altri.
XXXII
Devo innanzitutto sostare con voi alquanto davanti alla bellezza della prima lettura tratta dal libro della Sapienza. Nella pubblicita` la bellezza e` adoperata per vendere le saponette e i fuori strada, e soprattutto la prima delle bellezze, quella delle giovani donne, e` gestita sulla terra in modo alquanto bizzarro e su di essa piombano i falchi. Nella Scrittura la Bellezza e` una sola cosa con la Verita`, la Sapienza, la Conoscenza del Vero Dio, e` un vero e proprio percorso che pero` richiede una purificazione, un cambio di mentalita`, una conversione… Nel Vangelo Gesu` dice Beati i puri di cuore perche` vedranno Dio. il testo ci propone anche di alzarci al mattino per cercarla, La sapienza, come primo intresse della nostra giornata… chi cerca per lei il mattino la trova seduta davanti alla Porta, perche`, ecco la sorpresa, noi siamo certamente fatti per la Sapienza, siamo anche capaci di disprezzarla e di stortarla, ma e` la Sapienza che ci cerca. Quanto la cultura e le scelte di noi uomini deviano da questi passaggi fondamentali non vuole essere oggetto delle nostre riflessioni, il male si vince con il bene e qui il bene e` davvero senza misura. Chi ci accusa di essere pessimisti non conosce la Sapienza e conosce male se stesso.
Paolo viene incontro alla perplessita` dei Tessalonicesi. Siamo anche noi perplessi, forse un po` meno perche` siamo avvisati, del fatto che, nonostante la resurrezione di Cristo e le promesse di resurrezione, la morte continui a turbare la nostra esistenza; da quanto dice Paolo era comune l`idea che il giorno del Signore fosse imminente e dunque i primi cristiani erano preoccupati quando vedevano motire i loro fratelli. Paolo li rafforza nella loro fede, l`attesa della fine di tutto e` imprevedibile, la nostra certamante piu` prevedibilie, senz`altro entro questo secolo, eccetto forsei bambini qui presenti.
In sintesi cosa dobbiamo fare? Lo dice il Vangelo con la parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte. Contesto culturale decisamente diverso dal nostro, quanto a vergini e quanto a sposi che rientrano a mezzanotte, sia per il concetto di vergine che di attesa dello sposo. Ma ugualmente forte, importante. A questo riguardo proponiamo di puntare sul sicuro. Vorrei suggerirvi di sostare per un attimo a questo altare laterale dedicato alla Madonna, recuperando la piu` antica tradizione di questa comunita` dedicata alla Madonna della Visitazione, di risvegliar la conoscenza, l`amore, la devozione alla VERGINE MADRE, MADONNA DEL CAMINO, e riprenderei una antica preghiera che trovate sull`opuscolo destinato ad entrare in tutte le case.
Ricordati, o piissima Vergine Maria,
che non si è mai inteso al mondo
che qualcuno sia ricorso alla tua protezione,
abbia implorato il tuo aiuto,
chiesto il tuo patrocinio
e sia stato da te abbandonato.
Animato da tale confidenza,
a te ricorro, o Madre,
Vergine delle vergini,
a te vengo, e, peccatore come sono,
mi prostro ai tuoi piedi a domandare pietà.
Non volere, o Madre del divin Verbo,
disprezzare le mie preghiere,
ma benigna ascoltale ed esaudiscile. Amen
Buona domenica
omelia del giorno dei Santi nel ricordo dei fratelli Defunti
LE LETTURE DI QUESTA SINGOLARE DOMENICA, CHE COINCIDE CON LA FESTA DI TUTTI I SANTI, COSTITUISCONO UN APPUNTAMENTO ANNUALE, una specie di repetita juvant, per usare l`adagio latino. Comunemente si crede che la ripetizione voglia dire monotomia e fissazione di idee che non accettano la mobilita` della critica e del confronto . Non cosi` la Parola di Dio. Considerando la sua fonte divina, pur passando attraverso lo spettro dell`umanita` credente, quella dei testimoni ispirati, la Parola puo` essere esplorata all`infinito dentro il mistero divino. Chi non capisce questo cerca la novita` esegetica, la nuova svolta teologica, l`interpretazione esotica, creando mediamente una confusione di idee inaccettabile, pascolo del solipsismo narcisistico. Atteggiamento che l`Apostolo stigmatizza parlando non di ascolto, ma di prurito delle orecchie ed insana curiositas… dunque, dilatiamo costantemente la nostra conoscenza della Parola, la conoscenza di noi stessi, del mondo, della cultura e della storia, ma soprattutto chiediamo il dono di vivere e praticare la Parola, di esserne trasformati in attesa della grande trasformazione finale.
Di questa prospettiva esaltante ci parla con toni fantastici e simbolici il testo dell`Apocalisse che rappresenta con linguaggio umano l` `ultima realta` escatologica del Paradiso.
Lo stesso Giovanni ci avverte nella prima lettera che noi gia` siamo figli di Dio, ma quello che siamo non e` ancora pienamente manifesto; una prospettiva solida, fatta di gia` e non ancora, che ci apre alla fiducia e alla speranza. Ma in questo gia` c`e` qualcosa di grandioso che va attentamente coltivato: il Gesu` che ci propone le Beatitudini sul monte parla ai discepoli, a coloro che hanno il dono e la grazia di essere stati chiamati e di seguirlo.
Bisogna anche dire che questa netta percezione del Cristo vivo che da la vita e` stata soggetta nei primi secoli alla diminuizione o riduzione dell` arianesimo, che ha messo in discussione la divinita` di Cristo ponendolo sul piano dei supereroi o personaggi piu` importanti; la Riforna protestante ha poi ridotto e diminuito l`apporto della grazia nella natura umana, consegnandoci un cristianesimo libero e tendenzialmente vuoto e problematico. La contemporaneita` sembra (verbo sempre obbligatorio in questo tipo di questioni) aver eleminato la percezione del limite e dalla inclinazione al male dell`uomo (senso del peccato)da una parte, e di avere abbandonato arbitrariamente la dimensione Trascendente dell`essere mano (l`Essere fatto da Dio per Dio). Una visione dell`uomo con i piedi mozzati e la testa ghigliottinata, un uomo che non vuole neppure spiegare perche` si nasce e perche` si muore (verita` triste e cocente in questi tristi giorni di epidemia in cui ricordiamo inostri cari defunti, tentatati da una diffusa e stanca banalizzazione. Si e` detto un `sembra` d`obbligo che ci impegna a colamare questo vuoto inaccettabile per le nuove geerazioni private della completezza di una verita` che e` di tutti e che ci rende Beati.
Ebbene, il significato profondo delle Scritture, il segreto della santita` eterna di tanti nostri fratelli, sono una moltitudine, consiste nel partecipare alla vita di Cristo intimamente, di scoprire in Lui la Potenza dello Spirito Santificatore, e la infinita perfezione del Pade che ci chiama. Un dono che comunque non e` regolato dalla nostra limitata compensione, gestito dalla infinita misericordia di Dio.
Un pensiero che va oltre la morte, oltre il dolore della perdita dei propri cari, oltre la violenza di un mondo che vuole fare a meno di Dio o adopera indegnamente il suo nome uccidendo gli altri.
OMELIA XXX
34Allora i farisei, avendo udito che egli aveva 34Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Certamente Gesu frequento` la Sinagoga di Nazaret fin da bambino. lo troviamo dodicenne tra i dottori del tempio che discute, i genitori lo ritrovarono `… seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.; lo stesso l`Evangelista ricorda il ritorno di Gesu` a Nazaret dopo l`inizio della sua missione, e la sua abitudine di andare in Sinagoga il giorno di Sabato. Gesu` sa come destreggiarsi, legge e prende la parola. Possiamo dunque immaginare che Gesu` abbia frequentato fin da bambino la scuola della Sinagoga dove i bambini ebrei piu` dotati apprendevano a memoria il testo bibico, i primi cinque libri del Pentateuco o Torah, la Legge, la Parola. Certamente, essendo maschio primogenito, dopo essere stato presentato al tempio, secondo Luca quaranta giorni dopo la nascita, sara` stato iniziato alla vita della comunita` con la cerimonia dello Bar mitzwa (figlio del precetto) a 13 anni e un giorno i ragazzi, a dodici anni le bambine.
Perche` questo ricordo di Gesu`, cresciuto in sapienza eta` e grazia davanti a Dio e davanti agli uomini nel suo villaggio di Nazaret? Semplicemente perche` la domanda che gli pone il dottore della legge, mandato dai farisei, e` ancor oggi la prima domanda del catechismo ebraico. Gli Ebrei nel mondo sono circa 15 milioni, non tutti vanno alla Sinagoga. Qual e` il primo comandamento della Legge? ovvero, che cosa devo fare per vivere bene, per essere buono, per essere un uomo giusto e una donna giusta, cosa vuole Dio da me, che cosa devo fare, che cosa non devo fare…? Mose` 1500 anni prima aveva ricevuto i dieci comandamenti, ma poi scopriamo che Dio la sua legge la scrive nella coscienza di ogni essere umano, ognuno di noi, se non e` un bestione, comprende infatti la differenza tra il bene e il male. Tutti i ragazzi Ebrei conoscevano la risposta. La prima parte dalla risposta e` contenuta nella famosa preghiera dello SHEMA Deut 6,4=9che il pio ebreo recita almeno cinque volte il giorno… Shema Israel adonai elo henu«ASCOLTA ISRAELE< IL SIGNORE DIO E~ UNO SOLO< Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Gesu` secondo l`insegnamento dei rabbini, vi aggiunge levitico 19,18:
Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Dunque la Prima domanda del Catechismo degli Ebrei e` Qual e`il primo comandamento. La risposta comune anche oggi e` quella che ha dato Gesu` e che abbiamo sentito declamare nel Vangelo.
Adesso vi chiedo, qual`e` la prima domanda nel catechismo dei cristiani, dei discepoli di Gesu`.
Vi aiuto, quando io ero bambino sessanta anni fa la domanda era scritta su tutti i libri del catechismo e la risposta si impava a memoria: la prima domanda era: chi e` Dio? Tutti si rispondeva Dio e` lEssere perfettissimo Creatore e Signore del Cielo e della Terra… cosa vuol dire creare, creare vuol dire fare dal nulla tutte le cose, e cosi` via.
Oggi dopo duemila anni il catechismo non e` cambiato
che cosa dobbiamo fare per vivere bene in modo giusto, chi e` Dio per meritar un amore cosi` grande, chi e` il mio prossimo….
a queste domande noi ne aggiungiamo una che contiene tutte le risposte…: CHI E` GESU`. Ecco tutto il nostro catechismo in questi anni e` la scoperta di Gesu` che ci rivela, ci manifesta, ci insegna il mistero di Dio e che cosa dobbiamo fare per vivere sempre nel bene….Chi e` Gesu`, beaoto couli che conosce la risposta e la vivr intensamente.
Il Catechismo e` pieno di sorprese, la piu` grande e` quella che Gesu` oltanto puo` farci conoscere….Dio e` Amore, Dio ci ama per primo.chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Domenica XXX inizia il catechismo
Certamente Gesu frequento` la Sinagoga di Nazaret fin da bambino. lo troviamo dodicenne tra i dottori del tempio che discute, i genitori lo ritrovarono infatti `… seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.;
lo stesso l`Evangelista ricorda il ritorno di Gesu` a Nazaret dopo l`inizio della sua missione pubblica, e la sua abitudine di andare in Sinagoga il giorno di Sabato. Gesu` sa come destreggiarsi, legge e prende la parola. Possiamo dunque immaginare che Gesu` abbia frequentato fin da bambino la scuola della Sinagoga tenuta dal rabbino dove i bambini ebrei piu` dotati apprendevano a memoria il testo bibico, i primi cinque libri del Pentateuco o Torah, la Legge, la Parola. Certamente, essendo maschio primogenito, dopo essere stato presentato al tempio, secondo Luca quaranta giorni dopo la nascita, sara` stato iniziato alla vita della comunita` con la cerimonia dello Bar Mitzwa (figlio del precetto) a 13 anni e un giorno i ragazzi, a dodici anni le bambine.
Perche` questo ricordo di Gesu`, cresciuto in ` sapienza eta` e grazia davanti a Dio e davanti agli uomin`i nel suo villaggio di Nazaret? Semplicemente perche` la domanda che gli pone il dottore della legge, mandato dai farisei, e` ancor oggi la prima domanda del catechismo ebraico. Gli Ebrei nel mondo sono circa 15 milioni, non tutti vanno alla Sinagoga. Qual e` il primo comandamento della Legge? ovvero, che cosa devo fare per vivere bene, per essere buono, per essere un uomo giusto e una donna giusta, cosa vuole Dio da me, che cosa devo fare, che cosa non devo fare…? Mose` 1500 anni prima aveva ricevuto i dieci comandamenti, ma poi scopriamo che Dio la sua legge la scrive nella coscienza di ogni essere umano, ognuno di noi, se non e` un bestione, comprende infatti la differenza tra il bene e il male. Tutti i ragazzi Ebrei conoscevano la risposta. La prima parte dalla risposta e` contenuta nella famosa preghiera dello SHEMA Deut 6,4=9che il pio ebreo recita almeno cinque volte il giorno… Shema Israel adonai elo henu«ASCOLTA ISRAELE< IL SIGNORE DIO E~ UNO SOLO< Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
Gesu` secondo l`insegnamento dei rabbini, vi aggiunge levitico 19,18:
`Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti`.
Dunque la Prima domanda del Catechismo degli Ebrei e`: Qual e`il
primo comandamento. La risposta comune anche oggi tra gli Ebrei e` quella che ha dato Gesu` e che abbiamo sentito declamare nel Vangelo.
Adesso vi chiedo, qual`e` la prima domanda nel catechismo dei cristiani, dei discepoli di Gesu`.
Vi aiuto, quando io ero bambino sessanta anni fa la domanda era scritta su tutti i libri del catechismo e la risposta si imparava a memoria: la prima domanda era: chi e` Dio? Tutti si rispondevano `Dio e` lEssere perfettissimo Creatore e Signore del Cielo e della Terra…` cosa vuol dire creare? creare vuol dire fare dal nulla tutte le cose, e cosi` via.
Oggi dopo duemila anni il catechismo non e` cambiato
che cosa dobbiamo fare per vivere bene in modo giusto, chi e` Dio per meritareun amore cosi` grande, chi e` il mio prossimo….
a queste domande noi ne aggiungiamo una che contiene tutte le risposte…: CHI E` GESU`.
Ecco tutto il nostro catechismo in questi anni e` la scoperta di Gesu` che ci rivela, ci manifesta, ci insegna il mistero di Dio e che cosa dobbiamo fare per vivere sempre nel bene….Chi e` Gesu`, beato colui che conosce la risposta e la vive intensamente.
Il Catechismo e` pieno di sorprese, la piu` grande e` quella che Gesu` soltanto puo` farci conoscere….Dio e` Amore, Dio ci ama per primo.

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Omelia
In quel tempo, Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio
Ci siamo abituati a leggere le parabole del regno. Sono sovente paradossali. Se da un certo punto di vista ottengono l`attenzione delle persone semplici, secondo la tradizione narrativa dei maestri rabbini, da un altro punto di vista piu` profondo si presentano come un enigma, per risolvere il quale occorre cambiare mentalita`. Particolarmente problematica la parabola detta degli invitati a nozze. Lo sfondo e` molto chiaro: alla fine della storia umsns siamo chiamati ad un banchetto, ad una grande festa, paragonabile ad una regale festa di nozze del figlio del re. Il tema e` introdotto dal profeta Isaia, e ripreso in forma problematica da Gesu`.
Il banchetto dunque rappresenta la gioia della salvezza finale.
E dunque dov`e` la difficolta`?
La spiegazione e` abbastanza semplice. Nel contesto scopriamo che qui come altrove Gesu` sta polemizzando con gli anziani e i maestri del Popolo. Essi hanno gia` deciso di arrestarlo, ma presto decideranno di ucciderlo. Dunque ancora una volta il tema e` il loro rifiuto e conseguentemente, l`invito successivo alla salvezza e` offerto a tutti gli uomini.
Inoltre sembra addirittura che il racconto contenga tre parabole diverse, una inserita nell`altra; noi, fedeli alla pagina trasmessa, leggiamo come fosse un testo solo.
Nel primo momento il re chiama gli invitati alle nozze, ma gli invitati sono occupati e non accettano l`invito. Il re si adira, ma insiste. Inviati una seconda volta i servi vengono maltrattati, e uccisi. Il re fa bruciare la loro citta` e li mette a morte.
Seconda fase, il re insiste ancora e manda ad invitare la gente per strada. Usciti per le strade i nuovi servi radunano tutti quelli che trovano, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempie di commensali.
Qui la parabola potrebbe concludersi, analogamente alla parabola dei vignaioli, dove i servi e il figlio vanno inutilmente a riscuotere il frutto del lavoro ma vengono maltrattati e uccisi. Sappiamo dunque gia` che questo modo di raccontare riassume la storia drammatica degli Ebrei e del loro rifiuto, abituati a catechismo a trattare con gli Ebrei che accettano il Vangelo, Maria, Giuseppe, Elisabetta, Zaccaria, Simeone, Anna ecc. siamo giustamente meravigliati.
Vi e` un Terzo momento. Il re scopre un invitato senza veste nuziale e dopo averlo ripreso duramente lo fa buttare fuori’ e il testo usa le parole che Gesu` abitualmente adopera per parlare dell`Inferno e la dannazione.
Qui siamo decisamente ad un punto critico, il re chiama insistentemente tutti cattivi e buoni e ne espelle uno solo. A catechismo, tralasciata la polemica con i giudei, ci insegnavano che l`uomo senza veste rappresentava l`uomo senza grazia di Dio. Ma la spiegazione era forse insufficiente visto che erano stati chiamati buoni e cattivi. Oppure, altra ipotesi, quest`uomo coltivava l`unico peccato che non puo` essere perdonato. Dal vangelo questo peccato e` il peccato di chi accusa Gesu` di essere un demonio o di essere posseduto. Ci si domanda allora se si POSSA estendere a chi considera il papa com fosse l`anticristo. Facciamo notare che chi racconta la parabola e` Gesu` stesso, non un suo catechista.
La spiegazione potrebbe essere contenuta nella frase finale…molti sono i chiamati ma pochi gli eletti. Anche qui con un certo paradosso perche` l`ecluso sembra essere uno solo rispetto a tutti gli altri commensali. Insomma che cosa vuol dire Gesu`?: noi pensiamo che voglia dire una semplice cosa… io sono un Dio pieno di misericordia e di amore, do la vita per voi, vi do tutto quello che vi serve per vivere in modo gioioso e degno, ma non dimenticare, e parla a ciascuno, che non ti salvi nel gruppo, ti salvi solo se hai il coraggio di rispondere positivamente . Per il resto la salvezza personale e` grande mistero.
 
Domenica 04-10-2020
Dopo aver letto san Paolo, che si propone ai filippesi come modello di comportamento, sento il dovere di invitarvi a non seguire il mio comportamento, ma a prestare direttamente attenzione, esclusivamente, al contenuto della Parola. Paolo e` il primo autore di cui abbiamo i testi nel Nuovo Testamento e nella storia del Cristianesimo. Egli quasi certamente non aveva confronto con altri scritti; oggi nessun Papa, vescovo, sacerdote o predicatore, direbbe una frase di questo tipo, comunque interessante. Cambio di mentalita` certamente; questo non toglie la grandezza e l`importanza di Paolo, sebbene taluni sbaglino a considerarlo il fondatore del cristianesimo. Chiamato dopo gli Apostoli, Paolo ne condivde la missione con la sua genialita` e il suo carisma, ma il fondatore e` Gesu` , mentre il primo inter pares e` Pietro. Chi afferma queste cose non conosce ne` Gesu` ne` Paolo.
In verita` sviluppiamo questa ampia e doverosa premessa per evitare il duro e immediato impatto con la prima lettura del profeta Isaia e il brano del Vangelo. Perche`? I due testi sono solidali, Gesu` infatti richiama espressamente il testo nel quale Isaia, nel Canto della vigna, parla del tradimento del popolo, della casa d`Israele; Dio ha piantato la vigna per avere frutti abbondanti ma raccoglie solo lamentazioni e sopruso…
Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.
Gesu` parla ai capi del popolo e agli anziani, quelli che stanno aspettando l`occasione propizia per ucciderlo. Piu` volte il padrone manda i suoi servi a ritirare i frutti ma i vignaioli li maltrattano e li uccidono, finche ` viene il Figlio che subisce la stessa sorte.
Gli uditori cadono facilmente nella trappola, Gesu infatti sta parlando di loro:
. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
La parabola dunque, detta dei vignaioli omicidi, e` la dolorosa Storia di Israele che rifiuta i profeti mettendoli a morte e che infine mette a morte il Figlio Gesu`. Come dice il vangelo di Giovanni, venne tra i suoi, ma i suoi non l`anno accolto… Occorre sottolineare anche due conseguenze di questo rifiuto:
la prima e` che il rifiuto rientra misteriosamente nel piano di Dio, per cui `la pietra scartata dai costruttori diventa la pietra angolare`, cioe` Cristo morto e risorto.
La seconda, dobbiamo notare come questa insistenza che troviamo nei Vangeli sul rifiuto dei capi e degli anziani del popolo continua violenta per tutto il primo secolo del cristianesimo. Questo non autorizza affatto il disprezzo dei fratelli ebrei e la pesante e plurisecolare persecuzione, fino all`incredibile e inaccettabile Shoah.
Una pagina dunque del Vangelo a dir poco inquietante che ci stimola perentoriamente ad andare avanti.
Se proprio vogliamo girarla in positivo, Dio Padre ha dato a noi la vigna e aspetta i frutti
Io ho scelto voi, dice il Signore,
perchè andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.
Ritorno alla sorgente. Domenica XVI
La parola di Dio si apre con lo sguardo sereno di un ebreo saggio che medita sulla onnipotenza di Dio. Il Creatore, Padrone della forza giudica con mitezza. Anche noi possiamo meditare direttamente sul mistero di Dio, e` la nostra prima liberta` ed e` il nostro diritto fondamentale. L`ATEISMO RECIDE LA PRIMA DELLE LIBERTA`, LA FONTE STESSA del diritto, il motivo primo per cui un essere umano ha il diritto di nascere, di crescere, di essere rispettato e amato; tale diritto costituisce anche il primo dovere verso gli altri. Fuori da questa fonte e sorgente siamo nell`ambiguita`. A Dio Creatore tutte le coscienze individuali possono arrivare.
Cosi hai insegnato che bisogna amare gli uomini e che dopo il peccato concedi il pentimento… il testo e` fatto dunque per riflettere, e` una perla di Sapienza soprattutto perche` riapre lo sguardo dell`uomo sul suo Creatore… quando manca questo sguardo e questo respiro tutto puo`accadere, la nostra vita e` in balia degli elementi e come ci insegna la parabola, in balia del maligno.
Ma, procediamo con metodo, nella fede che ci salva non rinunciamo all`uso della luce della ragione che Dio ci ha dato.
Abbiamo cantato(per scelta), come una cerva anela ai corsi delle acque, e` una immagine poetica, dove la verita` e la bellezza si abbracciano, una immagine che ha il potere di rimettere ordine in quello spazio del desiderio che caratterizza l`essere umano quando rientra in se stesso e si interroga. Non necessariamente quando si e` in crisi o in stato di depressione, tra parentesi, la malattia piu` diffusa NEL MONDO MODERNO. il pensiero, il pensiero sul mondo e su se stessi, e` vitale e` cruciale, e pensiamo soprattutto ai giovani, superficiali TALVOLTA in comitiva, chiassosi FINO A TARDA NOTTE alla movida, ma pensosi nella prorpia stanza.
Paolo ci aiuta con uno spunto potente della lettera ai Romani, quella seconda parte della lettera, la prima analizza la situazione del peccato, la seconda lo stato della grazia, nella quale il concetto e` semplice e molto efficace. Siamo salvati in Cristo, riceviamo questa grazia quando crediamo, quando accogliamo e riconosciamo l`opera di Cristo, perfetto compimento della rivelazione del Padre. Il Dio dunque che riconosciamo nella sua onnipotenza e mitezza, il Dio che ama e perdona, il Dio che il desiderio puro ricerca costantemente, viene a noi totalmente nella persona e con l`opera di Cristo. Paolo dunque e` autorizzato, per esperienza, pesonale a ricordaci che siamo sotto l`azione dello Spirito, in modo potente, struggente, persuasivo…e` bene rileggere tutto il testo, breve e incisivo, un programma di vita. Lo Spirito infatti e` in azione, ci spinge costantemente.
lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Ma il brivido della Parola di Dio di questa domenica continua incalzante con il brano del Vangelo. Abbiamo aperto ancora una volta il Vangelo di Matteo e dopo avere letto il Discorso del monte, il discorso di Gesu` agli apostoli che si e` scelto, siamo arrivati al terzo dscorso, quello delle parabole. Seguiranno poi il discorso sulla realta` della Chiesa e infine il discorso sulla fine del mondo e il giudizio finale.
Il contenuto delle parabole e` la venuta del regno di Dio. Il regno di Dio nasce dall`Annuncio di Cristo, dalla sua vita, dalla sua presenza in mezzo a noi sino alla fine del mondo. Ma il maligno semina il male, personificato e oggettivato dalla zizzania. Cosa fare?: Strappare, eliminare, castigare, reprimere, innalzare patiboli, inquisire, soffocare, giudicare… oppure al contrario, pazientare, discernere, lottare per il bene, costruire, sollecitare, persuadere, illuminare, sacrificarsi, offrirsi, amare, perdonare. L`alternativa e` accrescere il male per combattere il male…oppure vincere il male con il bene, per la grazia di Gesu` crocifisso. Notiamo soltanto che pochi, troppo pochi leggono il Vangelo. A causa di questa ignoranza del Vangelo e` nato il termine buonismo.
Ognuno si interroghi, quando invitiamo e prendere il foglietto delle letture e rimeditarle a casa, e` un atto di stima e di fiducia nei confonti dei fedeli. La parola e` viva e Cristo e` qui con noi.
GESU` seduto sulla barca insegna con Parabole.
La semplicità del vangelo non deve trarre in inganno. I Vangeli, soprattutto il Vangelo di Matteo, sono opere strutturate, complesse. Vi e` senz`altro in essi l`impronta a fuoco degli Apostoli e dei primi Testimoni di Gesu`, ma si legge anche l`apporto di persone da loro incaricate, abili nella Scrittura, ed infine il respiro delle comunita` in cui sono nati.
I Vangeli che noi leggiamo sono scritti in greco, non e` la lingua di Gesu` e degli Apostoli. In questo furono in parte facilitati dalla diffusione della lingua greca tra gli Ebrei delle sinagoghe e delle scuole, ma certamente i primi credenti svilupparono uno sforzo costante e produttivo, non senza l`azione dello Spirito. Coloro che studiano i manoscritti e le fonti, sono concordi nell`affermare che dopo la Resurrezione e l`Ascensione di Gesu` al cielo, si sviluppo` una straordinaria Tradizione orale presidiata in modo autorevole da Pietro e dagli Apostoli, con la conferma degli innumerevoli testimoni oculari della vita di Gesu` sparsi ovunque. Insieme a questa Tradizione orale si e` rapidamente sviluppata una Tradizione scritta con un materiale ricco e composito, considerando anche il fatto che i testimoni oculari si spostavano e le comunicazioni non erano facil e la scrittura era manuale.
Certamente le lettere di san Paolo e altre lettere sono state scritte prima dei Vangeli che noi leggiamo, i Vangeli compaiono nella loro definitiva redazione, dopo il settanta e dopo la distruzione del Tempio.
L`ordine dei Vangeli metterebbe al primo posto Marco, a Roma subito dopo il 70`, il Vangelo, del neofita e dell`Annuncio. Matteo, l`Apostolo, dopo l`80` indirizzato ad una comunita` ebreo-cristiana, vangelo del Catechismo e della Chiesa, il piu` adoperato e commentato dei Vangeli. Luca ,scritto da un pagano convertito che esalta la misericordia di Dio, indirizzato soprattutto ai pagani e infine Giovanni, il Vangelo mistico del testimone e del discepolo, che ci porta addirittura verso la fine del secolo.
I cristiani non sono ingenui. Sanno benissimo che il messaggio del Vangelo suscita scandalo. Vi si afferma infatti la storicita` e la divinita` di Cristo. si parla di miracoli, di guarigioni e di peccato, di Satana, di demoni e possessioni, di angeli, di giudizio finale, di vita eterna senza fine, si parla di croce e di redenzione, di Maria di Giuseppe, degli apostoli, della Chiesa. Tutto questo in un mondo pluralista, relativista, dominato dalla tecnica e dalla scienza, tendenzialmente ateo…
Ma c`e` nei Vangeli e in tutto il Nuovo Testamento una idea dominante, coerente, intrinseca, un brivido che li percorre e che dona a questi documenti storici un valore straordinario. Gesu`, il protagonista e` vivo, e` il Signore del mondo e della storia, l`Emmanuele, il Dio con noi, colui che dice con autorita`: Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo,
Nel Vangelo di oggi Gesu` siede a riva sulla barca e parla in parabole. In questi racconti e` racchiuso il segreto destino del mondo.
A Geremia, il profeta, e` affidato il compito di introdurre il tema di questa domenica. I tempi sono difficili e insidiosi, il popolo e` distratto da un benessere effimero, da Babilonia sono in marcia le truppe assire per l`invasione e la distruzione del Tempio. Gli stessi capi del popolo subiscono il fascino sinistro degli idoli stranieri .Geremia e` un grande poeta e scrittore, come Isaia, ma non ha il suo carattere forte. La profezia gli riempie il cuore come un fuoco incontenibile, ma non profetizza volentieri, sa che il suo messaggio verra` rifiutato, rischia piu volte la vita, costantemente davanti alla paura. QUESTA E` LA vicenda DI GEREMIA, come si LEGGE INTENSAMENTE NEL SUO LIBRO E NELLE SUE LAMENTAZIONI. Pressato tragicamente, GEREMIA INVOCA L`ALTISSIMO e apre varchi profetici di speranza. In sintesi il profeta ci trasmette l`arte di non perdere la fiducia e il coraggio nei momenti difficili, ancorando in Dio la propria esistenza e la propria missione.
Certo non e`l`epoca della Pandemia, della perdita dei criteri morali elementari, dell`amore indeterminabile, della diffusione della droga, del potenziale bellico apocalittico, dell`impedimento a nascere e dell`affrettare la morte.Ogni tempo ha la sua fine e il suo istinto di morte, la sua carica distruttiva. Su questo Paolo ci propone un ardito parallelo tra Adamo e Cristo, che riprendendo la Genesi ha creato un canone interpretativo che permane nei secoli sull`origine del male, della morte e l`inaspettata presenza del diavolo. Non e` certo luogo e momento per questa trattazioe: di fatto Adamo viene letto e interpretato, mentre Cristo vivo viene incontrato. Il Cristo salvatore, la sua soteriologia sovrabbondante, al punto che dove abbonda il peccato, la grazia sovra abbonda..
Ma sul tema della paura del male e del peccato che ci assedia, la pagina del Vangelo, le parole di Gesu`, il testo di Matteo, tutto si Impone in termini di novita`, di bellezza, di grandezza, di superiorita`.
GESU` E` L`UNICO CHE PUO` SALVARE TOTALMENTE GLI UOMINI E LA LORO STORIA, CREATORE, REDENTORE E SIGNORE.
Quando il male ci assale e ispira in noi derive apocalittiche, da sempre diffuse nella Chiesa, non dimentichiamo, le parole di Gesu`, non abbiate paura… i capelli del vostro capo sono tutti contati, voi valete piu` di molti passeri, quello che avete udito nel segreto, gridatelo sui tetti… saldamente fondati in Cristo, nella Santissma Trinta`, con la Chiesa il Papa, Maria, i santi, i poveri e tutta l`umanita`.,
8 Moses at once bowed down to the ground in worship. Subito Mose`si getto` a terra in adorazione
Mose riconosce il passaggio del Dio vivente e reagisce chinandosi con il capo a terra in profonda adorazione.
Questo atteggiamento condiviso ancora oggi da milioni di esseri umani contrasta radicalmente con l`atteggiamento di chi in diversi modi non riconosce il vero Dio, creatore e rigeneratore dell`intera umanita`. Non e` un fenomeno legato totalmente e solo al passato, l`ateismo infatti come tutti i fenomeni umani ha la sua storia e per certi aspetti il suo declino. La pedagogia insegna inoltre che il contrasto radicale di una generazione produce l`indifferenza e la superficialita` degli eredi. Si tratta anche della trasmissione pedagogica di una lontananza che segna profondamente la nostra civilta` e investe il mondo intero. Molti uomini e donne vivono come se Dio non ci fosse. Antico e cruciale problema, problema complesso. Certamente non e` mai successo che in un mondo creato e salvato dal Dio vivente la liberta` abbia avuto libero corso fino al rifiuto, al contrasto, all`ostentazione del rifiuto. Si tratta in realta` della prima e piu` vasta forma di negazionismo da cui derivano tutte le altre. Il fatto che Nietzsche sia l`autore piu` letto e che in America l`autore piu` apprezzato e incompreso sia Michel Foucault, e dunque: la dissoluzione totale dell`occidente e il nominalismo estremo, la verita` come menzogna e l`antiverita` come verita`.
Non vogliamo fare una predica sull`ateismo, sulla liberta` umana, sulla necessita` della grazia per salvarsi. Volevamo solo ricordare con Mose` che si inginocchia davanti al Dio vivente, che Dio esiste veramente come Dio e l`ateismo in ogni caso e` una manifestazione, talvolta anche intelligente, della negazione del valore della intelligenza e della ricerca della verita`. Volevamo dire che in questo mondo creato da Dio, Dio stesso si e` manifestato con fatti e parole sufficienti a sfatare la nebbia degli stolti, l`incertezza dei pavidi, la buona fede dei pensatori, dalle buone maniere, la strumentalizzazione degli ipocriti, il narcisismo di chi ostenta il male.
Giustamente qualcuno dira` che non e` questo il nostro mestiere, quello di analizzare alla sua radice il male del mondo, la sua degenerazione originaria. Infatti l`analisi del male genera il male del tempo che e` il pessimismo radicale. Il nostro compito, preso atto del male radicale dell`ateismo e` quello di proclamare il mistero, il Vangelo che ci salva.
13 The grace of the Lord Jesus Christ and the love of God and the fellowship of the Holy Spirit be with all of you. e ancora seguendo la pagina del Vangelo
16 God so loved the world that he gave his only Son, so that everyone who believes in him might not perish but might have eternal life.
Siamo tutti oggetto di una Rivelazione divina in Cristo che viene dal Padre con la potenza dello Spirito. Va detto certamente ai presuntuosi e agli ignoranti che l`unico aspetto positivo dell`ateismo e` che si puo` sempre cambiare , per il coraggio dell`uomo e la grazia di Dio

III DOMENICA DI PASQUA

La liturgia insiste sul grande tema della misteriosa e reale risurrezione del Signore Gesù Cristo, il primo risorto dalla morte e il primo nato dalla nuova creazione. Così scrive San Pietro nella sua prima lettera

Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.
Ecco perché dopo duemila anni affermiamo con profonda certezza ciò che lo stesso Pietro proclama subito dopo Pentecoste

Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».
È Gesù, nel suo nome troviamo la salvezza, tutto ciò di cui abbiamo bisogno lo troviamo nella sua vita, nella sua presenza; in Lui troviamo la vera ragione di ogni esistenza.

Gesù è sempre il protagonista centrale nella narrazione del Vangelo, ma troviamo la sua presenza sparsa nell’antica alleanza, come Egli insegna e spiega lungo il cammino ai due discepoli che rimprovera severamente, poiché la sua morte e risurrezione erano state previste da Mosè dai Salmi e soprattutto dai profeti.

Queste annotazioni trasformano il testo del Vangelo in un itinerario suggestivo dal dubbio e dalla disillusione al momento in cui i due discepoli riconoscono Gesù, quando Egli spezza il pane.
Quella che segue è la missione quotidiana della Chiesa del Dio vivente:

Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

in queste parole dimora il potente fuoco dello Spirito Santo.