Noi e i Poveri

Al lato pratico ciascuno ha il diritto di gestire i beni e le cose come crede a condizione che non sfrutti gli altri o li danneggi. Il credente si misura poi con il Vangelo, lo stesso Paolo interviene sulla questione della ricchezza, del lavoro e dei beni. Il principio è che chi aiuta il povero aiuta Cristo, inoltre la profezia delle beatitudini e del magnificat parla di un capovolgimento radicale delle posizioni sociali, ciò che nei periodi lunghi immancabilmente avviene; il Vangelo poi responsabilizza chi in stato di indigenza ad uscirne con il proprio impegno, vedi parabola dei talenti. La citazione sopra è evidentemente una veritá, ai ricchi di ogni provenienza non c è alcuna limitazione. Per quanto riguarda il qui e il là non può essere uno schema rigido, basta una malattia perché anche noi diventiamo improvvisamente poveri, male che vada ci pensa la vecchiaia. Buonismo è una parola vuota che indica un fastidio un attentato alla propria mediocrità mentale, quanto poi all’essere buoni davvero, conta più quello che non si vede di ciò che è visibile. Senz altro la capacità di lavoro, la responsabilità L‘iniziativa, sono virtù civiche importanti per tutti, senza solidarietà sono comunque doti pericolose, come tutte le cose buone possono essere usate male.